Si tratta di un happening/installazione che si terrà dal 14 al 16 novembre 2017, presso lo Spazio Murat di Bari, e che si colloca tra le attività organizzate in occasione del TEDx Bari 2017, il cui tema è il “disordine”.L’idea, però, viene da più lontano, ovvero dalla ricerca del collettivo Action30, culminata nel volume Bazar elettrico. Bataille, Warburg, Benjamin at Work (2017), che inaugura per le edizioni Lavieri una collana dedicata al “saggio grafico” (Archives).
Su queste basi nasce il progetto Bazar Elettrico In Action: un’esperienza finalizzata a coinvolgere la cittadinanza e alcuni gruppi specifici in una dinamica al tempo stesso riflessiva e ludica che si concretizzerà in una creazione collettiva.
Il progetto prende le mosse da due presupposti principali: da un lato la crisi del legame sociale e la precarietà esistenziale sperimentata, in modi diversi, sia da chi vive nelle nostre società sia da chi vi si affaccia attraverso i percorsi migratori; dall’altro l’ipotesi che oggi non si possa dare nulla per scontato, e che sia perciò necessario partire dalla creazione condivisa di “abicì culturali”.

 

 

Come immaginare un mondo diverso, se non si riesce a pensare “diversamente”? Come convincerci che il nostro mondo sarà un altro, se non riusciamo a immaginare la nostra vita con gli “altri”? Come diventare sensibili, accoglienti rispetto alle “domande” che scuotono le abitudini e i pregiudizi? Come far scoccare la scintilla che accende il pensiero e l’immaginazione? Come si elettrizza il bazar delle nostre vite, che tutti i giorni tende invece a trasformarsi in una distesa piatta e omogenea, ossia in qualcosa che, lungi dallo stimolare la riflessione e la creatività, offre un terreno di coltura per l’assuefazione e il consenso?

 

Proveremo a smontare e rimontare la realtà, come in un gioco da bambini, senza paura dei vuoti che si aprono tra le cose, ma investendo invece sui frammenti, sui resti, su tutto quello che non è ancora assemblato, definito, per aprire insieme vie di fuga verso mondi possibili.

Sinossi (come se fosse un film)

Per incontrarsi bisogna reinventare il mondo.

C’è stata una catastrofe. La realtà è andata in pezzi e nessuno si sente più a casa sua.

Una ragazza e un ragazzo vivono estranei a se stessi, incuranti l’una dell’altro.

In comune hanno solo la frammentazione e la confusione delle loro vite: provano a mettere insieme i pezzi, inventano fragili mosaici, incerti itinerari, ma anche la precarietà non significa per loro la stessa cosa.

La catastrofe ha prodotto un blackout tecnologico e per farli incontrare disponiamo solo di un caotico ammasso di oggetti: i frammenti delle loro vite esplose e disperse.

Vite sature di cose oppure segnate dal deserto della loro assenza.

Rovistando nel bazar scopriamo che gli oggetti possono essere collegati e dialogare tra loro.

Correnti elettriche serpeggiano tra le rovine, nuove sinapsi si accendono nella mente.

Come la scarpina di Cenerentola, gli oggetti sono al tempo stesso il segno dell’amore perduto e la mappa che può farli incontrare.

Immaginando le connessioni – magiche o reali – tra questi oggetti, il bazar si trasforma, si elettrizza, s’illumina.

Diventa la cartografia degli incontri possibili.

E il mondo ricomincia a balbettare come un bambino che scandisce il suo abicì.

Far suonare la scarpina attraverso il buon piedino!

SCARICA IL COMUNICATO STAMPA (PDF)